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ToggleUn passato da semplice fazzoletto avvolto intorno al collo, un presente da emblema dell’eleganza prevalentemente maschile, seppur amata e indossata da moltissime donne. Che sia per una cerimonia, un appuntamento, un’uscita con gli amici,un colloquio di lavoro o una semplice passeggiata, la cravatta dona fascino e raffinatezza a chiunque la porti, in ogni occasione. Siete curiosi di conoscerne la storia? Approfondiamola insieme.
Storia della cravatta
Quando si parla della storia di questo accessorio, i primi ad esser citati sono spesso i croati. Essi stessi infatti rivendicano l’invenzione e la diffusione della cravatta durante il 17esimo secolo e hanno anche istituito, ufficialmente a partire dal 2008, la Giornata Nazionale della Cravatta, celebrata ogni 18 ottobre. Si dice addirittura che l’origine del termine sia dovuta ad un’errata pronuncia del termine “croates” da parte dei francesi, i quali ammirarono questo capo d’abbigliamento proprio al collo dei soldati croati durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648).
Ma facciamo un passo indietro.
Molti smentiscono questi riferimenti al popolo croato, poiché prime versioni della cravatta si possono osservare in reperti appartenenti ad epoche ben più remote, sebbene in questi casi esse avessero una funzione più pratica e meno estetica di quelle odierne.
Come mostratoci dalla colonna di Traiano e dall’esercito cinese di terracotta, anche i legionari romani e i guerrieri di Xian indossavano al collo delle strisce di stoffa di vari colori che potremmo associare alle cravatte. La loro funzione principale era quella di proteggere le vie respiratorie dei soldati.
Gli antichi egizi, invece, erano soliti avvolgere piccoli lembi di stoffa intorno al collo dei defunti durante i riti funebri.
Nonostante richiami così lontani nel tempo, per poter parlare della cravatta come un accessorio alla moda, dobbiamo ripartire proprio dal territorio francese che abbiamo lasciato in sospeso poche righe fa. È infatti il Re Sole, Luigi XIV, il primo regnante ad innamorarsi della cravatta e a scoprirne il potenziale, improntandola come un nuovo capo alla moda per la nobiltà francese e arrivando ad istituire persino la figura del “cravattaio del re”. La diffusione a macchia d’olio che ne seguì in tutta Europa fece le fortune di una città italiana, Venezia, dove lo stesso re francese usava rifornirsi dei modelli più fini e costosi. Bisogna però fare una precisazione. Per quanto in questo periodo stia prendendo piede la funzione modaiola della cravatta, la versione moderna che conosciamo noi arriverà molto più tardi, tra la fine del 1800 e l’inzio del 1900.
Più precisamente nel 1880 alcuni studenti dell’Exeter College di Oxford decisero di annodare intorno al collo i nastri presenti sui propri cappelli di paglia, dando vita alla prima cravatta da club, adottata in seguito da moltissime scuole inglesi.
Però l’uomo della svolta fu lo stilista newyorkese Jesse Langsdorf, che nel 1922 ideò un nuovo modo per produrre le cravatte, tagliando il tessuto con un angolo di 45° rispetto al drittofilo e utilizzando tre strisce di seta cucite insieme, anziché una sola. Il risultato ottenuto in questo modo era molto più elastico e duraturo, tanto che questo metodo è utilizzato ancora oggi per produrre le cravatte da cerimonia.
Arrivando al presente, sapete la parte più bella qual è?
Come in molti altri, anche in questo campo il nostro Paese può vantarsi di essere un’eccellenza. Come spiegato da Piero Angela ormai più di trent’anni fa, a Como si fabbricano più dei due terzi delle cravatte del mondo, indifferentemente dall’etichetta o dal nome dello stilista con cui vengono vendute in seguito. Al meridione, invece, si trova uno dei marchi più prestigiosi d’Italia e d’Europa per quanto riguarda questo accessorio: Marinella. Esso divenne famoso grazie al Presidente della Repubblica Cossiga che, durante le visite ufficiali ad altri capi di stato, era solito regalare loro una scatola contenente cinque cravatte di questo negozio.
Tipologie di cravatte e le caratteristiche
La lunghezza media di una cravatta si aggira intorno ai 150 centimetri, ma esiste anche una versione XL che arriva a 165 e che torna utile per fare nodi che richiedono più passaggi o se la persona che la indossa è particolarmente alta. Secondo la regola generale, la punta di questo accessorio deve arrivare appena sopra la fibbia della cintura.
Possiamo anche scegliere tra una cravatta più larga ed una più stretta, con la seconda tendenzialmente preferita dalle donne. Queste ultime hanno più possibilità di sperimentare con questo capo, lasciandolo più sciolto e naturale o anche facendo cadere più lungo il lembo più stretto piuttosto che quello largo.
I materiali più usati per la produzione delle cravatte sono la seta, la lana, il cotone e il poliestere e che con le loro qualità ci forniscono più opzioni per gli abbinamenti.
In una collezione che si rispetti non devono mai mancare vari tipi di cravatta, tra cui:
- quella a tinta unita
- quella trendy
- quella a righe
- quella con una fantasia particolare
- quella a pois
Vari tipi di nodi
All’inizio del nuovo millennio due fisici di Cambridge, Thomas Fink e Yong Mao, calcolarono l’esistenza di 85 nodi possibili per una cravatta. Questo risultato incuriosì particolarmente il matematico svedese Mikael Vejdemo-Johansson che, eliminando alcuni dei vincoli imposti dai due, concluse che ne esistono quasi 200 mila varianti, anche se, come affermato da lui in seguito, ne ha provate poche e la maggior parte erano davvero brutte.
Comunque non allarmatevi, 85 o 200 mila che siano, noi ora approfondiremo solo quelli più semplici e diffusi per fare colpo in ogni occasione.
- Il Four-in-hand: prende il nome dall’omonimo club londinese e consiste in quattro passaggi che lo rendono molto semplice da realizzare. È adatto a tutti i colli di camicia il che lo rende uno dei nodi più diffusi, nonostante sia meno elegante di un Windsor;
- Il Windsor: ispirato al duca di Windsor, amante dei nodi voluminosi come questo, richiede otto passaggi. È il nodo delle grandi occasioni, adatto soprattutto con colletti alla francese o ben aperti poiché prende molto spazio ed è l’ideale con cravatte lunghe e gilet. Richiede otto passaggi;
- Il mezzo Windsor: meno voluminoso del Windsor e più facile da fare con i suoi sei passaggi. Perfetto per tutti i giorni, predilige camicie dal collo aperto e va d’accordo con tutti i tessuti;
- Il nodo semplice: anche noto come nodo orientale, è il nodo più semplice in assoluto con i suoi quattro passaggi e quindi anche il più utilizzato. Adatto ad ogni colletto e con cravatte di ogni tipo, è perfetto per ogni occasione.
In un precedente articolo abbiamo spiegato su come fare il Nodo alla Cravatta
Insomma, che voi siate una donna o un uomo, più tradizionalisti o stravaganti, la cravatta potrà aiutarvi a dar voce alla vostra personalità con i suoi nodi e le sue fantasie. Quelli illustrati in precedenza sono solo quattro degli innumerevoli nodi possibili per una cravatta, vi basterà solo cercare quello che fa per voi e con un po’ di allenamento, impararlo, per poterlo poi sfoggiare con eleganza in ogni situazione.