Quali animali trasmettono la rabbia e che sintomi presenta?

La rabbia è una malattia infettiva che può essere trasmessa da molti animali, in particolare da quelli che hanno contatti frequenti con l’uomo, come i cani, i gatti, i pipistrelli, i procioni, i lupi, i volpi e i gatti selvatici. La rabbia viene trasmessa attraverso il morso di un animale infetto, che può trasmettere il virus attraverso la saliva. La rabbia può anche essere trasmessa dal contatto con il sangue o il tessuto cerebrale di un animale infetto. Se sospetti che un animale possa essere infetto con la rabbia, è importante evitare il contatto con esso e consultare immediatamente un medico.

Rabies lyssavirus è il nome di un genere di virus appartenente alla famiglia dei Rhabdoviridae. Il genere Rabies lyssavirus comprende diversi tipi di virus, tra cui il virus della rabbia, che è il principale responsabile della trasmissione della rabbia agli esseri umani.

Il virus della rabbia è un virus altamente contagioso che può essere trasmesso agli esseri umani attraverso il morso di un animale infetto, come un cane, un gatto, un lupo, una volpe o un pipistrello. Una volta che il virus entra nel corpo, può essere trasmesso rapidamente attraverso il sistema nervoso centrale e può causare gravi complicazioni o la morte.

Il virus della rabbia appartiene alla famiglia dei Rhabdoviridae e al genere Rabies lyssavirus. Esistono diversi tipi di virus appartenenti a questo genere, come il virus della rabbia suina e il virus della rabbia dei pipistrelli, che possono causare la rabbia negli animali e, in rari casi, negli esseri umani. È importante evitare il contatto con animali selvatici o randagi che potrebbero essere infetti con la rabbia e assicurarsi che i propri animali domestici siano vaccinati contro la rabbia. Se hai avuto un contatto con un animale che potrebbe essere infetto con la rabbia, è importante consultare immediatamente un medico per valutare se è necessario iniziare la profilassi per la rabbia.

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Quali sono i sintomi della rabbia

I sintomi della rabbia possono variare in base alla zona del corpo in cui il morso è stato ricevuto e alla quantità di virus trasmessa. In generale, i sintomi della rabbia compaiono da qualche giorno a qualche settimana dopo il morso, anche se in alcuni casi i sintomi possono comparire anche dopo diversi mesi. I sintomi iniziali della rabbia possono includere:

  • Febbre
  • Mal di testa
  • Mal di gola
  • Mal di stomaco
  • Stanchezza
  • Eruzioni cutanee o formicolio al sito del morso

In seguito, i sintomi possono diventare più gravi e includere:

  • Problemi di deglutizione
  • Salivazione eccessiva
  • Contrazioni muscolari incontrollabili
  • Confusione
  • Allucinazioni
  • Paralisi

Se sospetti di essere stato morso da un animale infetto con la rabbia, è importante consultare immediatamente un medico. La rabbia è una malattia grave e potenzialmente mortale che richiede un trattamento tempestivo.

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Rabbia: come evitarla, riconoscerla, curarla

Ci sono alcune misure che puoi prendere per prevenire la rabbia:

  • Evita il contatto con animali selvatici o randagi che potrebbero essere infetti con la rabbia. Se vedi un animale selvatico che sembra malato o ferito, non avvicinarti e non toccarlo.
  • Assicurati che i tuoi animali domestici siano vaccinati contro la rabbia. Se hai un animale domestico che ha frequenti contatti con l’uomo, come un cane o un gatto, assicurati che sia stato vaccinato contro la rabbia.
    Non toccare o maneggiare animali morti. Se trovi un animale morto, non toccarlo e avvisa le autorità locali.

Per riconoscere la rabbia, osserva se l’animale che ti ha morso presenta i seguenti sintomi:

  • Comportamento anormale o aggressivo
  • Salivazione eccessiva
  • Problemi di deglutizione
  • Letargia o paralisi

Se hai avuto un contatto con un animale che potrebbe essere infetto con la rabbia, dovresti consultare immediatamente un medico. Se la rabbia viene diagnosticata e trattata tempestivamente, ci sono buone probabilità di guarigione. Il trattamento per la rabbia consiste in una serie di vaccinazioni e, in alcuni casi, in un trattamento con siero antirabbia.

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È importante ricordare che la rabbia è una malattia grave e potenzialmente mortale, quindi è importante prendere le misure necessarie per prevenirla. Se hai avuto un contatto con un animale che potrebbe essere infetto con la rabbia, non esitare a consultare un medico.

La profilassi per la rabbia

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La profilassi per la rabbia è un trattamento che viene utilizzato per prevenire l’infezione da parte del virus della rabbia in seguito a un morso o a un altro tipo di contatto con un animale infetto. La profilassi per la rabbia può includere una serie di vaccinazioni e il trattamento con siero antirabbia.

La profilassi per la rabbia deve essere iniziata il prima possibile dopo il morso o il contatto con un animale infetto, poiché il virus della rabbia può essere trasmesso rapidamente attraverso il sistema nervoso e può causare gravi complicazioni o la morte. Se hai avuto un contatto con un animale che potrebbe essere infetto con la rabbia, dovresti consultare immediatamente un medico per valutare se è necessario iniziare la profilassi per la rabbia.

La profilassi per la rabbia consiste generalmente in una serie di vaccinazioni contro la rabbia, che vengono somministrate per via intramuscolare. In alcuni casi, può essere necessario il trattamento con siero antirabbia, che viene somministrato per via endovenosa. Il trattamento con siero antirabbia può essere utilizzato per aiutare a neutralizzare il virus della rabbia e prevenire l’infezione.

La profilassi per la rabbia è un trattamento efficace se viene iniziata tempestivamente dopo il morso o il contatto con un animale infetto. Tuttavia, se la malattia è già iniziata, la profilassi per la rabbia non è più efficace e il trattamento sarà mirato a gestire i sintomi e le complicazioni della malattia.

Per maggiori approfondimenti visitate il sito istituto superiore delle sanità nella sezione Rabbia

In tutti i casi sopracitati è sempre bene parlare o con il medico curante o farsi vedere al pronto soccorso

Fonte Immagini: Depositphotos

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