La sclerosi multipla progressiva potrebbe essere curata con le statine?

La sclerosi multipla, una malattia cronica che colpisce il sistema nervoso

La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria progressiva a carattere neurologico, in cui le guaine mieliniche a protezione dei neuroni del cervello vengono danneggiate, impedendo in questo modo la corretta trasmissione degli impulsi nervosi. Sulle sue cause gli studiosi si interrogano da parecchio tempo e mentre alcuni ritengono sia un disordine di natura autoimmune, altri ne attribuiscono origine genetica. Tristemente, a dispetto dei continui studi e di una ricerca incoraggiata da migliaia e migliaia di donazioni di cittadini privati, La sclerosi Multipla ad oggi continua ad avere una prognosi sostanzialmente infauste.

Secondo l’ultimo comunicato dell’Imperial College London, la sclerosi multipla colpisce circa 2 milioni  e mezzo di persone nel mondo, la maggior parte delle quali ne è afflitta in maniera cronica.
Non esiste una cura definitiva come già accennato, tuttavia proprio recentemente, nell’ultimo numero della rivista inglese Lancet, è apparsa una notizia che potrebbe far ben sperare. Secondo i ricercatori della University College of London, le Statine, già adoperate con successo per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue, potrebbero costituire i pilastri di una terapia contro la sclerosi multipla.

La Sclerosi Multipla progressiva
La Sclerosi Multipla progressiva

La sclerosi multipla, cosa ci combina la statina?

Studi di laboratorio hanno evidenziato che le statine sono coinvolte nella sintesi del protossido di azoto, il quale forma vari composti molecolari che inibiscono i processi infiammatori. I meccanismi antinfiammatori principali comprendono perdite macromolecolari, una maggiore attivazione della circolazione vascolare e la modulazione del processo di adesione dei leucociti  ai vasi sanguigni.

Un primo test è stato effettuato su 140 pazienti con sclerosi multipla progressiva secondaria, cui sono stati somministrati 80mg di simvstatina, la statina più comune, per un periodo della durata di due anni.
Normalmente, la sclerosi multipla riduce ogni anno il cervello dello 0,6%. Lo scopo dello studio era quello di valutare se l’uso delle statine potesse rallentare l’atrofia celebrale.
I risultati al termine di questi primi due anni sono stati eccellenti: l’atrofia è stata ridotta di quasi il 50% nei soggetti, dallo 0,6% allo 0,3%.

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Il dottor Richard Nicholas, co-autore della ricerca presso il dipartimento di Londra, predica però una giusta cautela:
“Al momento non abbiamo un rimedio che possa arrestare del tutto la natura progressiva della sclerosi multipla. Queste ricerche sono però molto incoraggianti, perché dimostrano – con nostra grande sorpresa – che le statine sono in grado di ridurre e rallentare il deterioramento del cervello. Ora occorre eseguire un ulteriore studio per valutare se esista un’efficacia maggiore della terapia in pazienti al primo stadio della malattia.”

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