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ToggleFino ad ora abbiamo sempre trattato solo la Candida Albicans, il genere più diffuso che da origine alla candidosi.
Oggi parliamo della Candida auris, un’altra tipologia di fungo, più rara ma che comunque sta prendendo piede in Occidente.
Che cos’è la Candida auris?
E’ un raro tipo di fungo che causa una malattia abbastanza seria. La minaccia più frequente è che entri nella circolazione sanguigna causando un’infezione, oltre che otiti.
Come abbiamo già detto esistono circa sessanta specie diverse della famiglia della candida, per lo più sono lieviti inoffensivi ma in taluni casi particolari possono dare dei problemi come la Candida Albicans.
Tornando al discorso della Candida auris c’è da sapere che auris è latino e significa orecchio, potremmo dunque esser tentati di credere che coinvolga solo le orecchie mentre invece può attaccare la circolazione come dicevamo.
In proposito sono stati condotti studi soprattutto in Oriente, sia in Giappone che in Corea che in India, circa il rapporto fra pazienti e candidemia, si è riscontrato che diversi pazienti manifestavamo otite e si è ricondotto il fenomeno all’auris.
Come si diffonde la Candida auris?
E’ stato rilevato che si diffonde soprattutto negli ospedali, tramite le mani, i vestiti e le attrezzature.
E’ molto prolifico e molto tenace da abbattere. I fattori ambientali poi incidono molto sulla sua diffusione.
Verrebbe spontaneo dire: ma non si possono usare degli antifungini? Ebbene l’auris, come dicevamo, è molto resistente e i vari farmaci antimicotici per lo più non sortiscono nessun effetto. Studi approfonditi hanno rivelato che l’auris soppravive fino a sette giorni sulle superfici, umide o asciutte è indifferente.
Al momento si stima che sia diffusa in oltre venti nazioni. In Europa dal 2013 sono stati segnalati 150 casi di infezione invasiva e circa 470 colonizzazioni, cioè i pazienti portatori dell’infezione ma senza alcun sintomo. Si sono registrati focolai in strutture ospedaliere in Regno Unito e Spagna, casi sporadici in Austria, Belgio, Germania, Francia e Norvegia e nessun caso segnalato in Italia.
I primi casi sono stati individuati nel 1996 prima di quest’anno non si sa bene se fosse presente o meno. Un caso particolarmente di rilievo lo si è avuto nel 2009 in Giappone dove l’auris è stato isolato dal condotto uditivo esterno di una paziente ricoverata in un ospedale geriatrico; in Corea del Sud gli auris sono stati isolati in 15 pazienti con l’otite media cronica.
Da allora l’incidenza è stata abbastanza preoccupante.
Perchè è così difficile studiarlo ed isolarlo?
Perchè purtroppo è molto simile al haemulonii del candida e ai glutinis della rodotorula, diciamo che riesce a mimetizzarsi molto bene.
Perchè è così difficile debellarlo?
Non solo perché questo fungo è molto resistente ai farmaci, compresi gli azoli e i echinocandins, ma anche perché ha molti geni che lo aiutano per adattarsi agli ambienti differenti.
Alcune indagini sono state svolte dai centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti per appurare l’epidemiologia mondiale dell’auris. Secondo i dati dei 54 casi isolati trovati in pazienti del Pakistan, dell’India, in Sudafrica ed il Venezuela, il 93% sono resistenti al farmaco antifungoso e 7% erano resistenti specificamente ai echinocandins. Il 41% erano resistenti a due classi antifungose e 4% erano resistenti a tre classi di droghe antifungose.
Fattori di rischio ed incidenza di morte della Candida auris
La domanda più frequente è: si tratta di un fungo mortale?
Purtroppo se non trattato adeguatamente causa decessi.
I poche dati dei casi disponibili indicano che la morte si è presentata fra 30% e 60% dei pazienti che avevano contratto l’infezione.
Negli USA su 13 casi individuati, tra i primi sette pazienti colpiti ci sono stati 4 decessi. Il 60% delle infezioni registrate al di fuori degli USA hanno condotto a morte i pazienti poiché il fungo era entrato in circolo causando infezione.
Passiamo ad esaminare i fattori di rischio.
Chi è maggiormente esposto?
Alcuni fattori di rischio conosciuti annoverano:
- ospedalizzazione recente
- diabete mellito
- uso di antibiotico di Vasto-spettro
- Uso recente delle righe endovenose e dei tubi
- Uso recente di respirazione o delle alimentazioni gastriche
- alloggio preso case di cura
- viaggi in Paesi in cui è molto diffuso, specialmente in Africa. Oriente e Mediorente (Giappone, Corea del Sud, India, Pakistan, Venezuela, Brasile, Sudafrica, Kuwait, Usa, Canada, Israele, Inghilterra, Spagna)
- interventi chirurgici
- ricovero in unità di terapia intensiva
- trattamento con antimicotici sistemici
Quali sono i sintomi della Candida auris, come si diagnostica e si cura?
Vediamo le spie d’allarme di una potenziale infezione da auris:
- pus infetto nella ferita
- febbre
- otite
- stanchezza
- dolori muscolari
I sintomi purtroppo son piuttosto vaghi e questo aumenta la difficoltà dell’individualizzazione del fungo.
Se va fuori controllo oltre ad orecchie e sangue può infettare il sistema nervoso centrale, reni, fegato, ossa, muscoli, articolazioni, milza, occhi.
Come si diagnostica e si cura la Candida auris?
Per diagnosticare l’auris occorrono culture di sangue ed altri liquidi intercellulari, sono utili anche i tamponi che possono catturare il fungo in aree differenti dell’organismo per diagnosticare l’infezione.
E’ stato riscontrato che il 90% delle infezioni da auris rispondono alla terapia del echocandin, ma non alle infezioni del sistema nervoso centrale o all’apparato urinario.
Come si previene la Candida auris?
L’igiene è fondamentale: lavarsi spesso le mani, usare gel disinfettanti, usare l’alcol per pulire le superfici.
Il personale ospedaliero deve sempre indossare i guanti e dei grembiuli quando hanno a che fare con pazienti colpiti da auris.
Chi aiuta con la cura dei pazienti infettati dovrebbe indossare gli abiti, i guanti, o i grembiuli protettivi per diminuire il rischio di trasmissione della questa infezione ai pazienti.
I pazienti devono spesso lavare le mani, soprattutto se devono toccare il cibo o delle attrezzature.
Fondamentale è la disinfezione di qualsiasi apparecchiatura condivisa tra i pazienti soprattutto i termometri.
E’ importante usare disinfettanti a base di cloro ad una concentrazione, oppure una soluzione di candeggina al 10% che va lasciata agire per almeno 10 minuti.