Fattura elettronica: cambierà qualcosa nel 2022?

Sono passati ormai quasi tre anni dall’introduzione della fatturazione elettronica, che per diversi motivi è stata una vera rivoluzione per lo scenario fiscale italiano. In mezzo c’è stata una pandemia, che ha forse spostato l’attenzione da tante altre questioni e che ancora tiene banco, vista la paura di possibili ulteriori restrizioni e chiusure localizzate o meno.
Ma, nonostante la prolungata emergenza sanitaria, lo sviluppo economico del Bel Paese non può essere tralasciato e in molti si chiedono cosa andrà a cambiare nel 2022 nelle modalità di gestione aziendale, nello specifico per quel che riguarda la fattura elettronica e il suo utilizzo.

In particolare, c’è un’ampia fetta di liberi professionisti che ancora non deve obbligatoriamente scegliere questo tipo di fatturazione. Cambierà qualcosa per loro? E sono previste altre novità per la fatturazione elettronica nel 2022? Vediamo insieme tutti gli aggiornamenti.

Tutto sulla fatturazione elettronica 2022

Era l’ormai lontanissimo gennaio 2019 quando l’Italia, primo paese in Europa a compiere questa decisione, introduceva la fattura elettronica per le transazioni commerciali private. Pensata specificatamente per fare un passo in avanti verso la digitalizzazione del paese, è inizialmente stata accolta con un po’ di diffidenza, complici anche le infrastrutture digitali non adeguate, una burocrazia sempre troppo ingombrante e un livello medio di cultura digitale degli utenti che molto spesso lascia ancora a desiderare.

In realtà, con il passare del tempo molte aziende e lavoratori con partita IVA hanno scoperto che, una volta superato lo scoglio di scegliere un programma e imparare, la fatturazione elettronica può davvero facilitare l’invio e la ricezione dei documenti.
Tutto passa automaticamente da un Sistema di Interscambio, attraverso il formato XML, mettendo in comunicazione l’Agenzia delle Entrate e gli utenti.
Se siete ancora alla ricerca di un sistema per la gestione della fatturazione elettronica integrata, vi consigliamo di guardare qui.

Di fatto, l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica ha rappresentato l’occasione tanto attesa per automatizzare i processi aziendali e avvicinarsi a una mentalità davvero digital, che in Italia non è ancora stata raggiunta. All’appello, però, mancavano le partite IVA con regime forfettario: ed è proprio per loro che si è parlato di un possibile obbligo di fatturazione elettronica nel 2022.

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Cambia qualcosa per i forfettari?

A fronte di un fatturato annuo massimo di 65.000 euro, le partite IVA con regime forfettario hanno diritto a una semplificazione della gestione fiscale che include un’imposta unica del 15% (5% per i primi cinque anni), dell’esenzione dall’IVA in fattura e dal mancato obbligo di fatturazione elettronica. Fin dall’inizio si è parlato di prevedere l’estensione dell’obbligo, prima o poi, ma ciò non è ancora avvenuto.

Durante quest’anno si è però cominciato a parlare di un possibile passaggio alla fatturazione elettronica obbligatoria nel 2022. Va detto che i forfettari potrebbero già scegliere di passare al digitale, visto che non c’è nessuna indicazione contraria. Anzi, nel caso di fatture destinate alla Pubblica Amministrazione, la fattura elettronica è già richiesta. Ma succederà davvero?

Sebbene il governo Draghi non abbia ancora espresso una decisione finale, sembra però che l’obbligo di fatturazione elettronica per le partite IVA con regime forfettario possa slittare ancora di un anno. Del resto, sembrano per ora restare al palo altre riforme del regime agevolato, come quella della creazione di una fascia ad hoc per agevolare l’uscita dal forfettario, con una flat tax al 20%.

Per chi invece già usa la fatturazione elettronica, nel 2022 ci sarà un cambiamento importante. Dal primo gennaio del prossimo anno andrà in pensione l’Esterometro, lo strumento usato dall’Agenzia delle Entrate per comunicare i dati relativi alle fatture emesse o ricevute da o verso un paese estero. Lo ha stabilito l’articolo 1, comma 1103, della legge di Bilancio 2021. A partire dal prossimo anno, i dati relativi alle operazioni transfrontaliere dovranno essere inviati tramite il Sistema di Interscambio nel formato XML.

Per scendere nel dettaglio, la procedura sarà molto simile a quella delle fatture inviate in Italia. La fattura attiva verso l’estero dovrà essere emessa con formato elettronico TD01, usando però il codice destinatario estero indicato 7 volte X. La fattura elettronica dovrà poi essere inviata a SDI per motivi contabili.

Per quanto riguarda le fatture estere passive ricevute in forma analogica, il destinatario dovrà generare un documento XML da trasmettere a SDI in una di queste varianti:

  • TD17 (integrazione/autofattura per acquisto di servizi dall’estero)
  • TD18 (integrazione per acquisto di beni intracomunitari)
  • TD19 (di integrazione/autofattura per acquisto di beni e servizi da non residenti)

Cambierà ancora qualcosa?

Alla luce della Riforma Fiscale attualmente in discussione, può darsi che il governo Draghi decida di intervenire all’ultimo minuto per introdurre ulteriori novità fiscali. Tuttavia, sembra poco probabile che si decida di agire sulla fatturazione elettronica per il 2022. A questo punto dell’anno, le carte dovrebbero già essere scoperte. Tuttavia, è sempre consigliato rivolgersi al proprio commercialista di fiducia per avere la certezza di non commettere errori.

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