Olio Evo, olio extravergine d’oliva: come distinguere e riconoscere un olio di qualità

Quanto faccia bene l’olio d’oliva d’oliva è ormai ben risaputo. Come abbiamo già detto in precedenza se inserito nelle giuste dosi nella nostra dieta quotidiana, apporta davvero tantissimi benefici alla nostra salute.

Ma non un olio qualsiasi, è importante prestare attenzione al tipo di olio che acquistate. Esistono in commercio davvero tantissime proposte di olio evo, ma non tutti hanno le stesse proprietà, perché non tutti sono della stessa qualità. Ed è proprio sulla qualità che bisogna puntare quando si sceglie l’olio da portare a tavola.

E voi che tipo di olio utilizzate? Vi siete mai posti domande del tipo da dove proviene? Com’è stato fatto e quali caratteristiche ha? Non solo il vostro è un olio artigianale oppure un olio industriale?

Differenze tra olio artigianale ed olio industriale

olio extravergine d'oliva

Come potrete immaginare, esistono davvero molte differenze tra un olio d’oliva artigianale e uno industriale. Come sottolineato più volte, se è vero che l’olio apporta benefici straordinari per la nostra salute, altrettanto vero è che molti di essi perdono di efficacia quando si acquista un olio scadente o trattato chimicamente.

Un olio artigianale, oltre ad essere molto più salutare, si conserva molto meglio nel tempo, durando anche più di un anno se conservato in un luogo asciutto e lontano da fonti di calore, mentre uno industriale, molto più acido, potrebbe diventare rancido nel giro di pochi mesi. Tuttavia è molto facile cadere nel tranello ed acquistare un olio scadente, poiché, tralasciando il prezzo chiaramente inferiore, con i vari trattamenti vengono modificati anche colore e odore per risultare più appetibili al cliente.

Ma allora, vi starete chiedendo, come riconoscere un olio artigianale buono e distinguerlo da uno scadente?

La risposta sta in una semplice parola: etichetta.

Ed è proprio sull’importanza di leggere l’etichetta che vogliamo porre quest’oggi l’attenzione.

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Imparare a leggere l’etichetta dell’olio extravergine d’oliva

olio extra vergine

Quanti di voi leggono l’etichetta dei prodotti che acquistano? Forse davvero in pochi.
Come per altri prodotti, è importante che assumiate la buona abitudine di leggere l’etichetta dell’olio extravergine di oliva.

Questo perché, è l’unico modo possibile a disposizione del cliente per distinguere un olio di ottima qualità da uno di tutt’altro livello.

Agenti chimici e miscele

Ovviamente la prima cosa da appurare è l’assenza di agenti chimici e solventi e che il prodotto non sia una miscela di più oli diversi. È sconsigliabile acquistare un olio di oliva ottenuto dal mix di due oli estratti da due diverse tipologie di olive, poiché il prodotto in questione sarà di basso livello e andrà a male nel giro di poco tempo.

Il livello di acidità

Altra cosa importante da leggere sull’etichetta è il livello di acidità dell’olio; in questo caso minore è la percentuale di acidità, maggiore sarà la qualità.

La provenienza

Ultimo punto, ma non meno importante (anzi), la provenienza. Quando possibile, anche a costo di spendere qualcosina in più, optate sempre per oli di oliva acquistati direttamente dal produttore, o almeno con marchi DOP o IGP, che sono sinonimo di qualità vista l’analisi accurata cui sono sottoposti prima di potersi fregiare di uno dei due marchi in questione. Ecco un esempio il sito del Consorzio per la tutela dell’olio extravergine di oliva Toscano IGP.

Appurata l’importanza di leggere l’etichetta dell’olio, vi è anche una seconda pratica da tenere a mente se desiderate portare a tavola un olio sempre al massimo delle sue proprietà: conservare una bottiglia di olio nella maniera giusta. Ebbene si, per conservare intatte le sue qualità organolettiche nel tempo è fondamentale trattarlo come si deve.

Come conservare nel modo giusto l’olio d’oliva

Dovete sapere che l’olio extravergine d’oliva è sensibile alla luce, al calore e all’ossigeno.
Dunque, quando acquistate l’olio, la prima regola da tenere a mente è il packaging.

  1. Evitate involucri trasparenti che lasciano passare troppa luce. Una volta portato a casa riponetelo ad esempio in un pensile.
  2. Altra regola, forse la più importante, è evitate di posizionare la bottiglia di olio vicino ai fornelli quando cucinate, il calore alle lunghe potrebbe alterarlo.
  3. Infine, quando utilizzate l’olio richiudetelo per bene, in modo che non prenda aria.

Abbiamo ora tutti gli elementi per portare a tavola un olio extravergine di oliva di qualità.
Grazie all’etichetta è possibile scoprire tutti i dettagli e i segreti di un olio, dalla spremitura fino all’arrivo sulle nostre tavole. Macchinari innovativi e innumerevoli normative negli ultimi decenni hanno tracciato delle linee guida da seguire quando si produce un buon olio. Tuttavia in passato non era così?

olio extravergine d'oliva

Come si faceva un tempo l’olio?

Inizialmente il processo era molto elementare, con la spremitura che veniva fatta a mano all’interno dei mortai, ma già con gli antichi Egizi ci fu una svolta storica nelle tecniche di produzione; questi ultimi infatti disponevano le olive all’interno di un enorme tazza di pietra su cui poggiava una grande ruota (anch’essa di pietra) che, mossa da un mulo, schiacciava le olive.

La pasta così ottenuta veniva posta all’interno di contenitori fatti di ramoscelli d’ulivo, i quali venivano pressati a loro volta da un’altra pietra per permettere la fuoriuscita di una miscela di olio e acqua, con quest’ultima che si separava dall’olio nel seguente periodo di riposo.

Questa tecnica riscosse particolare successo in tutto il mondo della produzione olearia e alcuni secoli più tardi venne migliorata con l’introduzione della pressa a leva e dei fiscoli fatti con fibre di canapa o cocco, il che permise al nostro territorio di emergere ed imporsi come eccellenza nel commercio dell’olio.

Questo processo, in uso fino al primo ventennio del secolo scorso, presentava però diverse problematiche.

Difatti i fiscoli in cui era posata la pasta per essere pressata, erano molto difficili da pulire e spesso trattenevano dei residui di olive che portavano a ossidazione e problemi di muffa, tant’è che oggi non sono più utilizzati in questo passaggio.

Oltre questo, c’era anche il rischio che la macina, essendo fatta di pietra o granito, rilasciasse delle polveri che sarebbero poi finite nelle bottiglie di olio al termine del procedimento.

Sono in molti spesso a lasciarsi affascinare da tecniche oldschool, molto datate e tramandatesi negli anni, ma in questo caso c’è da dire che la modernizzazione del processo di produzione dell’olio e l’attenzione legislativa ad esso dedicata, hanno contribuito a portare nelle nostre case un prodotto di livello superiore, libero dalle impurità e perfetto per il nostro benessere.

D’altronde si dice sempre che la cosa più importante è la salute, per cui acquistando un olio di oliva di ottima qualità, sempre dopo averne letto l’etichetta, vi consentirà di trovare il vero oro, e non solo per il suo colore!

Fonte Immagini: Depositphotos

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