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ToggleSarah aveva una vita tranquilla, un marito, un lavoro, un figlio. All’improvviso un estraneo cambierà tutto.
Immaginate la vostra vita di sempre, immaginate che all’improvviso qualcosa d’incomprensibile accada e cambi le vostre certezze per sempre. Phobia esplora il lato recondito delle paure umane.
Phobia: la trama
Sarah vive in un elegante quartiere, Forest Hill, con il marito ed il figlioletto. Lavora in casa a seguito di alcuni attacchi di ansia che le impediscono di stare sul luogo di lavoro. Si occupa della correzione di bozze di romanzi.
Una fredda notte di dicembre, il figlioletto corre da lei dicendo di aver visto qualcuno, un uomo, che lo guardava dalla finestra. Sarah crede che sia un incubo come quella volta del grosso cane nero e difatti non c’è nessuno, fuori, in giardino.
Un po’ spaventata Sarah, nel cuore della notte, sente improvvisamente rientrare il marito, sorpresa si reca in cucina.
Ma quell’uomo, sfigurato, non è suo marito.
Eppure dice di esserlo, sa tutto di loro, sa tutto del bambino ed ha addosso gli oggetti del marito. Sarah spaventata fugge con il bambino e ben presto scopre che sia l’uomo sia il marito sono scomparsi. E la polizia non le crede.
Quell’uomo esiste davvero? O Sarah è diventata pazza? Che fine ha fatto suo marito?
Aiutata da un vecchio amico, Sarah si mette sulle tracce dell’uomo che a sua volta abilmente le cancella. Iniziano ad avere senso piccoli dettagli a cui prima la donna non aveva fatto caso, crescono inquietanti sospetti e Sarah scopre che l’uomo sfigurato prevede le sue mosse e sembra avere un preciso obiettivo.
Phobia: la recensione
Devo ammettere che la trama di Phobia è di gran lunga più interessante del libro.
Sarah è un personaggio complessato, fobico, insicuro e poco accattivante. Il marito è praticamente del tutto assente, prima, dopo e durante. Leggermente più interessante l’uomo sfigurato, di cui si vorrebbe sapere di più e che invece rimane un mistero praticamente per tutta la durata del libro salvo poche notizie, da lui stesso fornite, a cose fatte.
Nel libro, Phobia di Wulf Dorn, la narrazione inizialmente promette bene, ritmo e suspense ci sono, poi va scemando si perde nei vari punti di vista da cui viene raccontata la storia, nei vari meandri delle vite dei tre protagonisti: l’uomo sfigurato, lei e l’amico di lei.
Storia che parte come un bel thriller e finisce come un romanzo moralista che deve a tutti i costi insegnare qualcosa a chi legge. Inoltre il vero protagonista del finale è un altro e la chiusa è davvero enigmatica. Troppa carne al fuoco insomma, ovviamente s’è bruciata.
Se si è visto il film “One hour photo”, con il compianto Robin Williams, si è già capito di che si parla.
Poteva decisamente essere più piacevole ed intrigante, pagina dopo pagina invece diventa pesante, noioso e banale.
Phobia è un romanzo mediocre, non particolarmente consigliato. Alto rischio di delusione.
Se l’avete letto diteci la vostra.