Il sogno americano in un libro di Jean Kwok
Tutti i giorni abbiamo a che fare con il tema dell’immigrazione: ce ne parlano i tg, lo leggiamo sui giornali, lo vediamo nelle strade delle nostre città.
La strada dei desideri segreti di Jean Kwok, affronta questo tema difficile e scottante delle volte. Dietro il flusso drammatico di stranieri che approdano nel nostro Paese come in tanti altri, ci sono storie, esperienze, speranze e casi di sfruttamento o degrado.
Jean Kwok ci racconta la storia di una madre ed una figlia cinesi che per vivere il sogno americano si trova a vivere in condizioni di degrado e povertà totale.
Ah-Kim, protagonista di La strada dei desideri segreti, è arrivata da Hong Kong con la sua Ma’ grazie alla zia Paula che vuole renderle partecipi della sua fortuna in America.
Sbarcate a New York, si recano a casa della zia dove dovrebbero far da governanti al cugino di Ah-Kim, Nelson. In breve scoprono che la Zia Paula aveva in realtà altri piani per loro: Ah-Kim frequenterà una scuola pubblica e durante il tempo liberò aiuterà la madre che viene “assunta” da Zia Paula in una fabbrica di sartoria, dove si occupa della rifinitura e dell’imbustamento degli abiti.
Paga: 1 cent al pezzo. Non solo madre e figlia scoprono che non vivranno in una bella casa come quella della Zia Paula ma in un appartamento in un quartiere povero e degradato, una stamberga con le finestre rotte, senza praticamente mobilia e pullulante di scarafaggi e topi che escono dalle pareti.
Così Ah-Kim che diventa Kimberly studia la mattina e poi corre in fabbrica ad aiutare la madre fino a notte fonda, per pagare i debiti con la Zia Paula e le bollette. Privandosi di tutto le due in qualche modo affrontano l’inverno rigido e l’estate torrida. Ah-Kim inizialmente non ha un buon rapporto con la scuola, finchè non emerge tutto il suo talento e la sua bravura: il suo biglietto d’ingresso per un futuro migliore per sé e sua madre. Come la prenderà la zia Paula decisa ad ostacolare il futuro di Ah-Kim?
La strada dei desideri segreti è indubbiamente un bel libro. Assistiamo alla crescita di questa bambina e poi giovane ragazza, Ah-Kim, alle prese con una lingua nuova, con i problemi d’inserimento, con la mancata integrazione della madre che si ostina a comportarsi come se fossero ancora ad Hong-Kong, con l’invidia dei parenti ed i mille piccoli problemi quotidiani. Poi arrivano le amicizie, i silenzi circa la sua vita di povertà, il suo pesante lavoro in fabbrica, le difficoltà dei test di ammissione ed anche i primi amori, qualche uscita taciuta alla madre e tutte le piccole cose che una ragazza adolescente vorrebbe provare.
Emergono il tema dello sfruttamento minorile per cui i ragazzi non sono “costretti” ma si fa leva sulla poca salute dei genitori, i tempi stretti di consegna, la necessità di estinguere i debiti per coinvolgerli ed usarli come manodopera gratis. Emerge il tema del sogno americano che diventa un incubo, quando non si hanno i mezzi per ribaltare la situazione, neanche comunicativi e non c’è nessuno a cui chiedere aiuto o a chi appoggiarsi.
Il tradimento familiare, un parente che si offre di aiutare ma in realtà il suo unico intento è sfruttare. Tutti temi su cui riflettere.