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ToggleDopo aver accennato alle curiosità sulle superstizioni italiane, passiamo alle superstizioni nel mondo. Se da noi occorre evitare di passare sotto le scale aperte, fare gli scongiuri se un gatto nero ci taglia la strada e sperare che di venerdì 17 la iella non si faccia viva, all’estero che fanno? Cultura che vai, superstizione che trovi.
Cose turche
In Turchia pare diverse persone temano le gomme da masticare, nella fattispecie sono convinte che masticarle la notte faccia marcire la persona in questione. Quindi mai offrire una gomma da masticare la notte ad un turco superstizioso.
Iella made in UK
Da dove nasce l’idea di suonare le campane per le feste e per i morti? Dal regno di Queen Elisabeth e dalla convinzione che si diffuse nel suo regno che suonare le campane scacciasse gli spiriti diabolici.
Tornati dallo shopping non posate le scarpe sul tavolo porta sfortuna secondo gli inglesi, lasciate invece qualche moneta nelle tasche degli abiti nuovi.
Se la sposa trova un ragno, il giorno prima, nell’abito da sposa avrà molta fortuna.
Il gatto nero attraversa la strada? Bene, porta fortuna in UK.
Scaramanzie dalla Russia
La prossima volta che un uccellino vi lascia addosso un ricordino non imprecate, in Russia è considerata fortuna. Vi ricorda qualcosa?
Malocchio? I russi sputano per tre volte al di là della spalla sinistra e toccano una superficie di legno, sempre per tre volte.
Secchi vuoti? Avere un secchio vuoto o incontrare qualcuno con un secchio, o un altro contenitore vuoto, porta sfortuna, bisogna sempre averci qualcosa dentro che lo riempia.
Se entrate in un negozio o dovete pagare il tassista, non porgete i soldi ma poggiateli vicino perchè i russi credono che toccare il denaro toccato da altri trasmetta forze negative.
La casa è un altro oggetto di scaramanzia: mai portare fuori la notte nulla che si trovi in casa (sì spazzatura compresa) e mai sostare sulla soglia di casa perchè vi si annida il maligno, infine mai sedersi su un tavolo attira cattivi presagi.
In partenza per un viaggio, prima di partire tutti coloro che vivono in casa devono sedersi per qualche minuto come augurio di buon viaggio.
Superstizioni thailandesi
Trovandovi in Thailandia non vi venga in mente di tagliarvi i capelli di mercoledì, porta sfortuna (il mercoledì nell’antichità si tenevano le esecuzione capitali). Meglio tagliarli dl lunedi per attrarre salute e felicita’, il martedi’ se volete il potere, il giovedi avrete protezione dal vostro angelo custode, il venerdi’ per realizzare i desideri, il sabato per chi desidera ammirazione e la domenica per avere una lunga vita.
Se avvistate un varano, non lo dite in giro. Vederne uno porta molta sfortuna.
I cinesi e la sfortuna
Da noi è il 17 il numero iellato ma in Cina è il quattro che si pronuncia “si” ovvero come la parola “morte”. Invece l’otto è un numero fortunato perchè si pronuncia “ba” ed il suono è simile alla patola “ricco”.
Anticamente non si dava subito un nome al neonato per paura che gli spiriti maligni lo tormentassero. Le case invece venivano costruite con un grande gradino sull’uscio per impedire il passaggio degli spiriti maligni e con fori sul retro per farli uscire casomai vi entrassero ugualmente.
I giapponesi e la sfortuna
In Giappone quando passa un carro funebre occorre nascondere i pollici che simboleggiano i genitori. Mai infilare le bacchette nel cibo (ne avevamo parlato qui) e mai dormire con la testa rivolta a nord (modo di deporre i defunti).
Evitate di fischiare la notte o i serpenti vi verranno a cercare
Superstizione made in India
In India si dipingono macchie nere dietro le orecchie dei bambini così da scacciare il nazar (malocchio) e si disegnano volti orrendi sugli edifici per spaventare gli spiriti maligni.
Anticamente le vedove venivano considerate persone porta sfortuna.
Se v’invitano a casa, portare un regalo (fiori, alcolici o cosmetici per la padrona di casa) meglio se di colori rossi verdi e gialli, considerati i colori che portano fortuna.
Denaro sempre in cifre dispari, mai regalare del frangipani (fiore dei funerali) e mai doni fatti con pelle di vacca perchè considerata sacra dagli induisti.