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ToggleIl tè verde in Giappone spopola, se ne beve davvero tanto. Lo si accompagna ai pasti, lo si beve la mattina o nei momenti di relax.
Ma perché questo largo consumo? Perchè è così apprezzato? Lo scopriamo insieme.
Com’è nato il tè verde?
Una leggenda cinese narra che l’inventore del tè verde fosse l’imperatore Shen Nung, vissuto più 2500 anni a.C. che aveva l’abitudine di bollire sempre l’acqua prima di berla. Un giorno, dormendo all’aperto vicino ad un arbusto di tè, il vento fece cadere delle foglie nella pentola, al risveglio si trovò il tè pronto, lo assaggiò e ne trasse benefici incredibili.
In Giappone, invece, la leggenda vuole che il Daruma, durante le sue meditazioni aveva l’abitudine di addormentarsi, un giorno dicono che si fosse infuriato con sé stesso, al punto di strapparsi le palpebre e di sotterrarle, così da non dormire mai più, così nacque la pianta del tè.
Com’è arrivato il tè verde in Giappone?
Intorno al IV-V secolo nel celeste impero, pare che i monaci avessero iniziato a bere un infuso di foglie per non addormentarsi.
Il tè fu importato dal monaco Eisai, nel XII secolo, il quale in Cina aveva appreso il Chan e di ritorno avrebbe fondato il primo tempio Zen dell’arcipelago avviando la coltivazione del tè.
Secondo un’altra teoria il primo luogo dove fosse coltivato sia stato Uji, nei pressi di Kyoto.
In Giappone attualmente si producono più di 80.000 tonnellate di tè verde (Ocha) all’anno.
La differenza fra il tè verde e quello nero? Quello verde non è fermentato, mentre quello nero lo è.
Quanti tipi di tè verde esistono?
Noi conosciamo soprattutto il Matcha (spuma di giada), un tè coltivato all’ombra, poi cotto al vapore, essiccato e polverizzato da una macina di pietra e che si usa molto nella cerimonia del tè.
Quello maggiormente bevuto è il Sencha che viene semplicemente fatto essiccare al sole.
Un altro tipo di tè verde è Hojicha che si distingue dagli altri perché tostato, mentre la maggior parte dei tè giapponesi di solito sono “cotti” a vapore.
Vediamo tutte le tipologie nel dettaglio:
- Sencha, il tè più comune e diffuso tra i giapponesi, ad alto contenuto di polifenoli. La raccolta di Sencha si svolge da fine febbraio a fine di maggio, a seconda della zona. Contiene un alto tasso di vitamina C
- Bancha, simile al Sencha ma si usano le foglie più grandi e adulte, il sapore è leggermente più amarognolo. Contiene più fluoruro di altri tè ed è efficace nel combattere carie e alitosi.
- Houjicha, simile al Bancha, riceve una lieve tostatura che conferisce un colore dorato alla bevanda e un aroma deciso, contiene poca teina ed è ideale in estate
- Gyokuro, molto prezioso, ricco di clorofilla e dal sapore dolciastro, molto costoso. Deve il suo sapore ad alti livelli di teanina, un aminoacido generato coprendo le piante di tè 2-3 settimane prima della raccolta.
- Tencha, prodotto come il Gyokuro, ha un profumo particolare e un colore verde scuro brillante
- Kukicha, il tè fatto con i gambi della pianta, ha un retrogusto affumicato e un colore marrone dovuti alla tostatura che lo rendono simile al sapore delle castagne, ha un basso contenuto di teina.
- Genmaicha, si consuma per lo più a colazione, conosciuto anche come il “tè popcorn”. Si tratta in realtà di un tè Sencha fatto arrostire insieme a del riso che scoppietta
- Kokeicha è un tè verde in polvere molto fine, dal gusto deciso e che ricorda le alghe marine
- Mat-Cha è il famoso tè della cerimonia giapponese del tè Cha-No-Yu, ci si fanno anche gelati e dolciumi
- Fukuyu cresce vicino al Monte Fuji, è molto ricco di vitamina C.
Come si beve il tè verde in Giappone?
Si mette in infusione e si deve stare molto attenti alla temperatura ed al tempo stesso dell’infusione.
A seconda del tempo e della temperatura variano colore e sapore.
Si beve rigorosamente senza zucchero e i giapponesi per abitudine, specie in estate, ne hanno sempre dietro una bottiglia.
Vi piace il tè verde?